ACTION BOYS

Titolo Coreano:

우린 액션배우다

Pronuncia Originale:

Woo-ri Aek-syeon-bae-woo-da

Titolo Italiano:

Action Boys

Regista:

Anno:

2008

Nazione:

Corea del Sud

Formato:

35mm

Tipologia:

Colore:

Colore

Lingua:

Coreano

Sottotitoli:

Italiano, Inglese

Genere:

Distribuzione Internazionale:

Sceneggiatori:

Musiche:

Direttore alla Fotografia:

,

Montaggio:

Edizione Festival:

Sinossi:

Dopo aver fallito per due volte l’ingresso all’università e aver completato il servizio militare, Jeong Byeong-gil conduce una vita monotona e deprimente. Decide un giorno di seguire le orme del suo mito Stephen Chow e partecipa alle selezioni per entrare alla scuola per stuntman. Una volta ammesso, si dedica anima e corpo all’allenamento, sperando in un futuro nel cinema. Completato il corso, dirige e interpreta un cortometraggio d’azione, Standing on the Edge of a Sword. In molti, però, gli suggeriscono di lasciar stare la recitazione e di dedicarsi unicamente alla regia. Byeong-gil decide dunque di realizzare un documentario sulle sorti di alcuni suoi ex compagni di corso…

Recensione Film:

Action Boys è un documentario assai curioso che parte con tono andante, quasi parodistico, per poi assumere una connotazione più seria, persino toccante. Jeong Byeong-gil apre, infatti, il film con un autoritratto marcatamente autoironico, ove si dipinge come irredimibile nerd che cerca un’improbabile fortuna nel mondo del cinema. Il tutto attraverso una roboante narrazione in voce over che pare una parodia della voce over di Lady Vengeance di Park Chan-wook. Questo capitolo introduttivo, quasi meta-cinematografico, si chiude sulla decisione di Jeong di realizzare il documentario vero e proprio: Jeong si eclissa, passando dietro la macchina da presa e lascia il campo, letteralmente, ai suoi ex compagni e amici Gui-duck, Jin-seok, Sung-il e Sye-jin. Jeong li segue tanto sui set su cui lavorano quanto nella vita privata, registrando una serie di situazioni che hanno del sorprendente. Pare, ad esempio, incredibile l’atteggiamento noncurante e addirittura sorridente con cui si racconta di gravi incidenti sul set, mentre le peripezie del ‘cavallerizzo’ Sye-jin hanno una qualità fantozziana semplicemente impareggiabile. In maniera sottile e quasi impercettibile, però, Byeong vira progressivamente il registro del film. Con la confessione di Gui-duck in merito al conflittuale rapporto col padre e con la morte del direttore degli stuntman sul set di The Good, the Bad and the Weird di Kim Jee-woon, Action Boys prende una piega quasi drammatica che rivela la vera natura del film. Ossia quella di sentito e partecipe omaggio a tutti coloro che, sconosciuti al grande pubblico, contribuiscono grandemente alla riuscita spettacolare di film o serie televisive intraprendendo il ‘mestiere più vicino alla morte’…