CHRISTMAS IN AUGUST

Titolo Coreano:

8월의 크리스마스

Pronuncia Originale:

8 weol-eui Keu-ri-seu-ma-seu

Titolo Italiano:

Natale ad Agosto

Regista:

Anno:

1998

Durata:

97 Minuti

Nazione:

Corea del Sud

Formato:

35mm

Tipologia:

Colore:

Colore

Lingua:

Coreano

Sottotitoli:

Italiano, Inglese

Genere:

Musiche:

Direttore alla Fotografia:

Montaggio:

Direttore Artistico:

Direttore delle Luci:

Costumista:

Effetti Speciali:

Edizione Festival:

Sezione Festival:

Rassegna/Retrospettiva:

Sinossi:

Il giovane Jung-won vive con il padre e trascorre la maggior parte del tempo lavorando nel suo piccolo studio fotografico. La sua è una clientela varia: vivaci scolari, famiglie che si mettono in posa per un ritratto, persino un’anziana donna che vuole una foto per la propria tomba. I giorni di Jung-won sembrano scorrere tranquilli, ma in realtà egli sa che il tempo che gli resta da vivere è poco. La sua vita sembra inaspettatamente cambiare quando conosce Darim, una ragazza che lavora per la polizia municipale. Tra loro nasce una tenera storia d’amore, che dovrà però ben presto fare i conti con il destino.

Recensione Film:

Per il suo lungometraggio d’esordio, Hur Jin-ho sceglie di mettere in scena la parabola di una vita e di un amore destinati a una prematura fine, eppure il racconto è pervaso da quella malinconica leggerezza che è già un tratto fondamentale del suo stile. Sfruttando la simbologia legata allo scorrere del tempo e all’alternarsi delle stagioni, Hur Jin-ho narra la nascita e la morte dei sentimenti senza mai fuggire da un realismo quotidiano fatto di piccoli gesti, sguardi inattesi e oggetti che acquistano un significato simbolico fortissimo. Per un presente che non può che trasfigurarsi ben presto in memoria, il regista coreano opta per una narrazione scarna, priva di colpi di scena, concentrandosi sulla carica emotiva dei due protagonisti e dei personaggi che li circondano, tutti immersi in uno spazio figurativo in cui il valore delle immagini, colorate o in bianco e nero (le foto realizzate da Jung-won), sono esse stesse traccia di vita vissuta, non destinate necessariamente all’oblio.