DECISION TO LEAVE

Titolo Coreano:

헤어질결심

Pronuncia Originale:

He-o-jil kyol-shim

Titolo Italiano:

La Decisione Di Partire

Regista:

Anno:

2022

Durata:

138 Min

Nazione:

Corea del Sud

Formato:

DCP

Tipologia:

Colore:

Colore

Lingua:

Coreano

Sottotitoli:

Italiano, Inglese

Genere:

Produzione:

Distribuzione Internazionale:

Distribuzione Italiana: Distribuzione Italiana:

Sceneggiatori:

Musiche:

Direttore alla Fotografia:

Edizione Festival:

Sezione Festival:

Sinossi:

Il caso del cadavere di un uomo precipitato da una montagna viene affidato al Detective Hae-Jun. La vedova del defunto, Seo-rae, è un’affascinante donna cinese che, malgrado sia in cima alla lista dei sospettati, fa breccia nel cuore dell’integerrimo Detective che però è sposato. Con il procedere dell’indagine Hae-Jun si trova a pedinare notte e giorno Seo-rae scoprendosene sempre più fatalmente attratto.

Recensione Film:

È stata una vecchia canzone romantica, filo conduttore della storia, a ispirare il maestro Park Chan-wook nella realizzazione di “Decision to Leave”, la sua ultima pellicola arrivata dopo 6 anni da “The Handmaiden” durante i quali c’è stata una pandemia mondiale e il consolidarsi dell’interesse per il cinema coreano.
“Volevo raccontare un amore tragico ma romantico dopo degli eventi che ci hanno travolti tutti” ha dichiarato il regista di “Old Boy” fatti primi passi sul red carpet dell’ultimo Festival di Cannes, dove il film si è aggiudicato la Palma D’oro per la miglior regia. Ed è amore quello che travolge l’integerrimo Detective Hae-Jun quando incontra la maggior indiziata del caso che gli è stato affidato; un amore platonico, sofferto, totalizzante e irreversibile che lo cambierà nel profondo. Protagonista del film, e insieme personaggio maschile completamente diverso dai precedenti nell’universo di Park Chan-wook, è Park Hae-il, un uomo gentile, affidabile e degno di fiducia (come lo definirà più volte la donna amata, Seo-rae, che ha il bel volto di Tang Wei). Una interpretazione quella di Park Hae-il che rende omaggio alla “malattia d’amore” che ha afflitto indimenticabili protagonisti maschili del cinema come James Stewart, Emil Jannings e Glenn Ford.