Sinossi:
Con un passato dietro le sbarre Tae-sik vive ora una vita tranquilla. L’unico contatto con il mondo esterno è una bimba, sua vicina di casa, So-mi. Sua madre,, Hyo-jeong, contrabbanda droga per alcuni narcotrafficanti, ed affida all’incolpevole Tae--sik una partita. Quando l’organizzazione lo scopre rapisce madre e figlia, ricattando Tae-sik:: dovrà fare una consegna per loro per liberarle. Questa si rivela però parte di un piano per eliminare il leader della banda rivale, e Tae-sik, coinvolto in un gioco più grande di lui, viene arrestato. Nel frattempo viene ritrovato il cadavere di Hyo-jeong e l’uomo scappa dal fermo di polizia pur di salvare la piccola So-mi. Ma Tae-sik ignora quanti altri bimbi, insieme a So-mi, sono in pericolo.
Recensione Film:
The man from nowhere, è un vero e proprio film di genere, che mixa felicemente stilemi del film thriller e d’azione moderno. La malavita, il narcotraffico, la prostituzione, la miseria, Il fantasma della pedofilia, la solitudine dei bimbi, che nel cinema coreano vengono più che spesso rappresentati figli di solo genitore, solitamente inadeguato o per demerito o per limiti fisici e/o mentali, abbandonati a loro stessi E’ una pellicola dalla regia estremamente matura, in cui gli elementi da gangster movie, l’azione, il melodramma, l’aura noir, l’hard-boiled, sono perfettamente dosati e mescolati, senza inutili iperboli, ma secondo uno stile classicheggiante aderente alla prassi di genere. L’uomo venuto dal nulla è il tipico protagonista dal passato doloroso, un giustiziere della notte risvegliato da un bisogno supremo che qui è difesa di una creatura fragile, già persa nel buio della propria misera esistenza ed ora ancor più tragicamente in pericolo. Ed è quasi sempre notte in questa pellicola in cui il giorno si esprime con il cielo plumbeo e carico di pioggia, per assonanza facile e puntuale con la cupa realtà della vicenda e come omaggio alla più apprezzata e decodificata tradizione noir.