SYMPATHY FOR MR. VENGEANCE

Titolo Coreano:

복수는 나의 것

Pronuncia Originale:

Boksuneun Naui Geot

Titolo Italiano:

Mr. Vendetta

Regista:

Anno:

2002

Durata:

121min

Nazione:

Corea del Sud

Formato:

35mm, DCP

Tipologia:

Colore:

Colore

Lingua:

Coreano

Sottotitoli:

Italiano, Inglese

Genere:

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Produzione:

Distribuzione Internazionale:

Direttore alla Fotografia:

Edizione Festival:

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Sezione Festival:

Rassegna/Retrospettiva:

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Sinossi:

Ryu operaio sordomuto, si prende cura della sorella che è in dialisi e in attesa di un trapianto d’organo. Il ragazzo ha un gruppo sanguigno diverso da quello della sorella e non riesce, comunque, a ottenere un rene per vie legittime. Decide allora di affidarsi al commercio illegale di organi: i trafficanti lo derubano però di tutti i suoi averi. Da qui, si innescherà allora una reazione a catena, un susseguirsi di eventi, dove il giustiziere diventerà il giustiziato e viceversa.

Recensione Film:

Mr. Vendetta da inizio al famoso trittico, incentrato sulla revenge, la cosiddetta Trilogia della Vendetta. Questa prima opera sancisce una ricerca, non solo sulla principale tematica trattata, ma diviene una vera sperimentazione formale e visiva che si evolverà film dopo film. Una ricerca visiva connotata da una crudezza che nelle opere successive andrà ad attenuarsi. Per il regista è fondamentale far entrare in contatto lo spettatore e il mondo del protagonista. In tutta la trilogia il raccontarsi è centrale, ma in questa prima opera le cose si fanno più complicate poiché il protagonista è sordomuto. Park Chan-wook utilizza quindi cartelli, didascalie e il linguaggio dei sordomuti: il mutismo del personaggio diventa così parte integrante del racconto. Diversa è la trattazione della “vendetta” che, in questa prima opera, non rimane covata per anni dal protagonista come nei film successivi, ma sopraggiunge solo alla fine. Una vendetta furibonda e folle che sparpaglia le carte tratteggiando un mondo urbano nichilista e privo di luce. Uno stile ancora da modellare, ma penetrante come una lama di un coltello: il lavoro sui cromatismi (i capelli verdi di Ryu e il sangue rosso che ricopre tutto) e il montaggio che disorienta creano analogie fra i personaggi. In “Mr. Vendetta” non vi è uno spiraglio di luce e anche un ricordo d’infanzia si corrompe facendosi rosso sangue.