Kim Seung-woo è nato a Chuncheon e ha studiato drammaturgia alla Chung-Ang University di Seoul. Ha lavorato alla realizzazione dei film “Traces of Love” (06) e “Secret Sunshine” (07). “Bring Me Home” è il suo lungometraggio di debutto.
Presentazione Critica
Un grande ritorno quello di Lee Young-ae, indimenticabile interprete di “Sympathy for Lady Vengeance” di Park Chan-wook (2005), dopo 14 anni di assenza dal grande schermo. Il ruolo è nuovamente quello di una madre, stavolta più matura e inserita in un contesto crudele come quello di “Lady Vendetta”, ma drammaticamente più verosimile. Un film potente, scritto e diretto da un autore esordiente, che celebra sì il coraggio e la determinazione di una donna, ma che mette anche in luce una zona d’ombra, ovvero quel tempo sospeso che si trova ad affrontare una famiglia quando un figlio viene dichiarato scomparso. Si è ancora genitori (forse più che mai) e, come Jung-yeon e suo marito, ci si tiene occupati continuando a vivere con la fede incrollabile che qualcosa accadrà. L’approccio autoriale di Kim Seung-woo è essenziale e rigoroso nel raccontare gli abissi della crudeltà umana, mentre la fotografia del veterano Lee Mo-gae (“I Saw the Devil”, “A Tale of Two Sisters”) rende il villaggio di pescatori in cui Jung-yeon si reca per cercare il suo bambino, un sinistro luogo di frontiera dall’atmosfera quasi da film western.