Sinossi:
Quando Jong-su si imbatte in Hae-mi fatica a riconoscere la ragazzina cresciuta nel suo stesso quartiere. Ora lei è bellissima, studia recitazione ed è prossima alla partenza per l’Africa. I due fanno l’amore e durante l’assenza della ragazza, Lee Jong-su se ne scopre innamorato. Quando però va a prenderla in aeroporto la trova in compagnia del misterioso e spregiudicato Ben. La diffidenza di Jong-su nei confronti di quest’ultimo si accresce quando, tempo dopo, lui gli confida che il suo passatempo è incendiare serre abbandonate.
Recensione Film:
Per “Burning”, il suo sesto lungometraggio il regista sud coreano Lee Chang-dong sceglie di adattare il racconto dello scrittore giapponese Haruki Murakami Granai Incendiati contenuto nella racconta L'elefante scomparso e altri racconti. Il lavoro compiuto dall’autore cinematografico però non è tanto di allestimento, quanto di vera e propria amplificazione.
La storia non è certo originalissima: una ragazzo ama una ragazza che però, durante un viaggio in Africa, conosce un altro uomo. Il protagonista, nel racconto come nel film, capisce ben presto di poter ben poco in confronto al suo rivale, che gli è superiore per fascino e per mezzi economici. La storia potrebbe concludersi così, con sua la delusione, o con la rabbia. Ma il nuovo arrivato fa al personaggio principale, e a lui soltanto, una bizzarra confidenza rivelandogli infatti che il suo hobby preferito è quello di dare fuoco a vecchi granai. Non solo, egli aggiunge infatti che ha già individuato il prossimo granaio che incendierà e che questo si trova proprio nelle vicinanze della casa del suo rivale in amore. Subito dopo questa singolare ammissione la ragazza scompare senza lasciare alcuna traccia.
Da questo racconto, solo apparentemente semplice, Lee Chang-dong riesce a ricavare una delle opere più affascinati e complesse del cinema contemporaneo mondiale e lo fa, principalmente, ancorando la trama a una realtà ben definita che fa acquistare ai personaggi una tridimensionalità drammaturgica rara. Il protagonista, Jong-su (Yoo Ah-in) non è un affermato scrittore già sposato e con una posizione come il suo corrispettivo letterario, ma bensì un giovane mite e insicuro, con una storia personale complicata e ancora in cerca della sua strada (che effettivamente si auspicherebbe essere quella del romanziere). Jong-su conosce da tempo la ragazza Hae-mi (Jeon Jong-seo) perché anche se si sono persi di vista sono cresciuti insieme, mentre nel racconto si parla di un incontro sporadico e recente. Hae-mi dal canto suo non si discosta invece molto dal personaggio originale: sono entrambe molto giovani, attraenti e un po’ spaesate. Tutte e due vorrebbero fare l’attrice tanto che la ipnotica sequenza del film in cui la ragazza da prova di essere particolarmente abile con il mimo fingendo di sbucciare diligentemente un mandarino è perfettamente speculare a quella narrata da Murakami. Anche il terzo uomo, Ben (Steven Yeun ), non differisce molto dal suo alter ego letterario: è un duro, un uomo benestante che nasconde la sua arroganza e la sua ambiguità con dei modi subdoli e cortesi. Nel momento della rivelazione sulla sua passione segreta per l’incendiare granai sembra sfidare il suo unico interlocutore a farsi scoprire e insieme gli sta dicendo chiaro e tondo di essere una persona pericolosa con cui non è bene scherzare.
Il racconto si conclude col mistero irrisolto della sparizione della ragazza, ed è facile immaginare che Ben sia implicato benché come lettori non ne avremo mai la certezza. D’altronde al protagonista di Granai Incendiati non sembra importare poi molto di lei.
È a questo punto che Lee Chang-dong inizia a lavorare amplificando gli elementi letterari di partenza innestando la ragione, e il movente, che spinge gli individui oltre i loro limiti per eccellenza: l’amore. Jong-su ama Hae-mi. Lei è per lui una amica ritrovata, una amante passionale e soprattutto qualcuno con cui condivide lo stesso background. Ne è sedotto, incantato, affascinato. È l’entrata in scena di Ben a spezzare la speranza che aveva iniziato a coltivare di un rapporto più profondo con la ragazza ed proprio attraverso il suo sguardo, critico ma non esente da una certa fascinazione, che noi vediamo questo scaltro e misterioso individuo che sembra esercitare su tutti un effetto magnetico.
La riscrittura filmica operata da Lee Chang-dong si concentra su una variabile che nel racconto non viene presa in considerazione. Sono “Le conseguenze dell’amore” per dirla con il titolo di un altro film. “Burning” racconta in sostanza cosa sarebbe successo ai personaggi se il protagonista fosse stato davvero innamorato della ragazza. La narrazione sentimentale procede nelle pellicola di pari passo con un infittirsi di ombre sempre più scure e minacciose intorno alla figura di Ben che si delinea come un vero e proprio villain, subdolo e spietato, capace di far accapponare la pelle allo spettatore.
Viviamo tempi difficili e pieni di cose che sfuggono alla nostra comprensione, sembra suggerirci Lee Chang-dong. L’unica possibilità per sopravvivere è, forse, quella di non tentare di adeguarvisi.
Presentazione Critica di Caterina Liverani