Sinossi:
Se-Jin lascia il suo paesino per lavorare in una compagnia di Seoul. In un primo tempo tutto sembra perfetto, (casa, lavoro, una nuova relazione), ma quando l’azienda fallisce anche il resto scompare all’improvviso. Si ritrova a vivere in un sobborgo, con un vicino di casa strano e misterioso, Dong-Chul, presunto gangster. Alla ricerca disperata di un lavoro Sen-Jin le prova proprio tutte, scontrandosi con la dura realtà di un mondo che impone compromessi, o non da chance. Ma per fortuna, di fianco a lei c’è un inatteso angelo custode.
Recensione Film:
My dear desperado è una commedia tenera e buffa, venata di gangster movie quanto basta per giustificare la presenza di questo “desperado” un po’ fannullone, poco più che tirapiedi, neanche troppo indaffarato e compreso nel suo ruolo. Rude, musone, sgraziato, Dong Chul è un disadattato, così come lo è, a modo suo, anche Se-Jin, che viene dalla campagna, che si perde in un bicchier d’acqua, che non sa farsi valere davanti ai soprusi e che piagnucola autocommiserandosi per la sua sfortuna nera. Le loro due solitudini si incontrano sul pianerottolo squallido e umido dei loro appartamenti, e si fondono magicamente, creando un connubio curioso e improbabile, un mutuo soccorso, ma anche, perché no, un amore. Ma per due personaggi così fuori dagli schemi, in tutti i sensi ai margini della Seoul che lavora, vive e produce, anche il sentimento si evolve e si esprime come può, secondo le dinamiche irregolari e strampalate delle loro esistenze.