Synopsis:
Le ragazze di Jung-ho, protettore con una carriera di poliziotto alle spalle, iniziano a sparire dalla circolazione una ad una. Messo alle strette, Jung-ho contatta Mi-jin, una delle ultime ancora reperibili, e la invia da un cliente misterioso. Una serie di coincidenze e l’incapacità di rintracciare la ragazza insospettiscono Jung-ho, che si mette sulle tracce della coppia. Da qui ha origine una caccia sempre sul filo del rasoio, con colpi di scena ed incontri inaspettati all’insegna dell’alta tensione.
Eom Joong-ho, un tempo detective, si è messo in affari gestendo un giro di prostitute. Quando alcune delle sue dipendenti iniziano a sparire misteriosamente egli ritiene che possano essere state vendute. La realtà però è molto più agghiacciante perché le ragazze sono state tutte rapite e uccise da uno spietato serial killer. A Eom Joong-ho non resta che tentare di salvare almeno l’ultima scomparsa, la giovane madre Kim Mi-jin.
Film Review:
A dispetto della sua condizione di “opera prima” The Chaser dà prova di una notevole maturità registica e di scrittura. Nonostante poi alcuni riferimenti espliciti al luogo d’ambientazione, come la critica mirata nei confronti dell’inefficienza della polizia coreana, il film di Na Hong-jin esibisce un certo respiro internazionale, alla stregua di altre buone prove di thriller statunitensi. The Chaser dimostra di aver metabolizzato la lezione di pellicole come Seven o Saw, dosando la tensione secondo i dettami del genere, ed innestandola di sfumature horror ed elementi pulp. Narrativamente The Chaser scorre su un doppio binario: è sì una corsa contro il tempo per salvare una vita, ma è anche un parallelo percorso di riemersione per un Jung-ho che, passato per disillusione da una condotta ligia ad una vita d’illegalità, vede rinascere in sé un sentimento di giustizia forte e tenace come reazione al colpevole immobilismo delle autorità costituite. Il pessimismo di cui il film è intriso schiaccia questo aspetto positivo, prevaricandolo e dando al film un retrogusto amaro e disincantato, in linea con lo sgomento suscitato in Corea per i fatti realmente accaduti dai quali The Chaser prende spunto.
Un sociopatico che non è capace di provare nessun rimorso, ma solo di perpetuare verso i più deboli,una folle crudeltà senza limiti in una vicenda in cui già quasi tutti i personaggi appaiono privi di buoni sentimenti e moralità. È ancora impegnato a costruirsi una solida carriera Ha Jung-woo, quando nel 2008 si trova a interpretare il serial killer di prostitute Ji Young-min, ruolo che lo consacrerà definitivamente, con il favore di critica e di pubblico, come uno dei più promettenti e versatili giovani interpreti sudcoreani. Una performance estremamente fisica e brutale che rivela tutta la formidabile presenza scenica di quest’interprete e che da sola è in grado di far assumere al già perfetto thriller “The Chaser” dei toni da horror slasher. A dividere con lui la scena un formidabile Kim Yun-seok (Haemoo) che Ha Jung-woo ritroverà, insieme al regista Na Hong-jin, solo due anni dopo in “The Yellow Sea”.