Synopsis:
Han-kyu Lee, agente dell’Intelligence della Corea del Sud non riesce ad evitare che una terribile sparatoria avvenga sotto i suoi occhi, e che i responsabili, spie della Corea del Nord, scappino indisturbate. Viene licenziato e finisce a lavorare come cacciatore di taglie per un’agenzia privata. Sei anni dopo incontra casualmente Ji-won Song, una delle spie fuggite durante l’agguato, e facendo finta di non riconoscerlo lo invita a diventare suo secondo. Ji-won Song accetta, anch’egli interessato a spiare in incognito Han-kyu Lee e i due si ritrovano a vivere insieme, e così a conoscersi davvero…
Film Review:
Secret Reunion mette in ballo due fattori sopra tutti, uno tangibile, la questione coreana che rimane sullo sfondo, e uno spirituale, preponderante, che tenta di sondare i meccanismi dell’empatia e del sentimento d’umanità. Come nella sindrome di Stoccolma, la vittima finisce per provare benevolenza per il carnefice, si identifica con i suoi dolori e tormenti, ma qui la cosa è vicendevole. Inizialmente Han-kyu vede in Ji-won colui che gli ha rovinato la carriera e la vita. Di contro Ji-won, da nord-coreano militante, pensa a Han-kyu come ad un traditore. Ma il senso di abbandono dell’uno, divorziato e con una bimba che vive dall’altra parte del mondo, diventa man mano quello dell’altro, con una famiglia lasciata in Corea del Nord da mettere in salvo in un luogo pacifico e lontano. Questo amore /odio, fatto di pedinamenti, doppi giochi, sotterfugi, lascia spazio a cedimenti, a compassione, ma anche a repentini rigurgiti di senso del dovere, che però rientrano, come gesti inconsulti domati, lasciando spazio al sentimento fraterno.